Bonsoire, Altaroma!
E benvenuta ad “Optical”, la Collezione Autunno-Inverno 2018/2019 presentata da Sabrina Persechino il 27 Giugno scorso nella prestigiosa cornice del Palazzo delle Esposizioni: un’arte astratta, grafica, basata su una rigorosa definizione del metodo operativo che in movimento provoca illusioni ottiche. “Pizzi contemporanei” sono ricamati seguendo linee parallele per i bianchi ed i verdi in cachemire e faillee, a raggiera per i rossi ed i corallo in tasmania e cachemire; spezzate geometriche con riferimenti ellenici caratterizzano invece i neri in crepe di seta. Ad accompagnare i colori elencati, outfit curcuma con stampe in arancio e tortora. Capi dunque rigorosamente lineari e geometrici, come sempre di forte impronta architettonica, ma di estrema eleganza e sensualità.
La sfilata di Sabrina Persechino non è bastata, però, a soddisfare il mio smisurato bisogno di moda, così la sera seguente mi sono recata presso gli Studi di Cinecittà (sede scelta per la prima volta da Altaroma per ospitare l’edizione di Luglio) e, udite udite, mi sono “innamorata”! Non di un ragazzo naturalmente (quello ce l’ho già e mi basta) ma della Collezione di Sylvio Giardina che, non a caso, si chiama proprio “Lovers”.
Il desiderio di apparire unici agli occhi dell’amato aggiunge ulteriore fascino alle creazioni grande soirée. Per la nuova stagione la Maison ha realizzato abiti dalle forme fluttuanti e geometriche rimanendo sempre fedele al classico. Le superfici dei tessuti – taffetà, chiffon, organza tripla, duchesse e tulle – si animano grazie a plissé, rouches e fiocchi decorativi mentre a conferire rilievo tridimensionale alla silhouette intervengono volant, drappeggi ed una cura maniacale per proporzioni e tagli.
In passerella il connubio basilare di bianco e nero viene completato ora dalle tonalità intense del verde petrolio e lilla, ora da quelle tenui dei colori pastello, fino ad arrivare all’abito da sposa finale, omaggio alle sfilate emblematiche della grande couture novecentesca.
Non potevo non rimanere per il “Tribute to Renato Balestra”: settanta abiti dell’archivio storico della Maison, dal primo modello in quel blu che sarebbe poi diventato il celeberrimo “Blu Balestra” fino ad un abito da gran sera dedicato alla Capitale, città che ben cinquantasette anni fa adottò il celebre stilista triestino. La sfilata si è tenuta tra le colonne dei templi dello scenario dell’Antica Roma, dove sono stati girati veri e propri kolossal della cinematografia mondiale (chi non ricorda “Cleopatra”, “Ben Hur” o “The Passion”di Mel Gibson?). Il tutto reso ancora più suggestivo da un inaspettato colpo di scena: l’arrivo della pioggia, inizialmente debole fino a trasformarsi in un vero e proprio diluvio…un effetto speciale degno dei migliori film! Ovviamente, il rischio di un’eventuale influenza è stato prontamente scongiurato dall’assunzione tempestiva di un bel “Tachifludec” prima di dormire;)
Da un decano della Moda Italiana ad uno dei nomi più autorevoli dell’Haute Couture Libanese: Robert Abi Nader. La sua “Mimo” è stata presentata nella prestigiosa Biblioteca Casanatense Venerdì 29 Giugno: quarantacinque abiti (lunghi, corti e jumpsuits), nei colori rosa acceso, bianco puro, avorio, aqua blue, rouge, nero ed oro. Una collezione coerente ed armoniosa, ideata per sorprendere ed affascinare, proprio come la donna ideale di Robert.
Momento clou della sfilata il gran finale, con l’abito da sposa reale ed il suo strascico a dir poco “immenso” (ben 8 metri!).
Prima di salutare questa edizione di Altaroma, ho voluto fare un salto in Indonesia…
L’Ambasciata Indonesiana in Italia ha, infatti, aperto le porte della sua Residenza all’evento “Summer Fashion-Appunti di Couture” a cura dell’Accademia Koefia, con la quale già da tempo è impegnata in uno scambio creativo e culturale dedicato all’Alta Formazione. Così, tra un sorso di thè ed un assaggio di Nasi Goreng (il riso fritto, piatto tipico della cucina Indonesiana), ho potuto ammirare i trentasei outfit realizzati dagli studenti del 2^ e 3^ anno, frutto della reinterpretazione dei tre capisaldi dell’abbigliamento (pantaloni, bustier e camicia) e caratterizzati da un grande utilizzo di lavorazioni e ricami. Il risultato? Una collezione spiritosa e spensierata, ricca di stile ed eleganza moderna.
Au revoir, Altaroma!
Vi piacerebbe rivivere alcune delle scene più famose della storia del cinema, immersi tra le pellicce, gli abiti e le borse utilizzati per l’occasione? È quello che Domenica scorsa è accaduto a me alla mostra “Fendi Studios” (la famosa Maison da sempre realizza capi ed accessori per pellicole italiane e straniere): un’esperienza digitale interattiva davvero unica!
Una biglietteria vintage mi ha accolta, conducendomi al primo set, “Easy Riders”, ispirato a celebri scene con automobili come in “Evita”, “Mai dire mai”, “Femme Fatale” e “Grand Budapest Hotel”. Ad attendermi una cabriolet rossa, su cui si può salire e che grazie ad un videoproiettore consente di entrare nei paesaggi dei film.
Dopo un breve ma intenso giro in macchina sono entrata nella “Room With a View”, dove un gioco di specchi, telecamere e monitor mi ha letteralmente teletrasportata all’interno di un edificio newyorkese, sul set de “Il Diavolo veste Prada” e de “L’età dell’innocenza”.
È stata poi la volta dell’”Infinity Room”, un corridoio di specchi (quello che l’anno scorso ospitava Furry Monsters, Abcharms e Karlito, vi ricordate?) con le immagini di “The Royal Tenenbaum”. Inutile dirlo, un bel selfie era d’obbligo.
Nel caso in cui una Michaela non fosse bastata, sono finita su un set in cui, attraverso una serie di effetti speciali, ho visto riprodotto il mio volto migliaia di volte all’interno del modello in scala del Palazzo della Civiltà Italiana!
Il mio giro si è concluso nel Fendi Cinema: una saletta vintage con poltroncine di velluto rosso dove è possibile riguardare i film scelti dalla Maison per raccontare il suo legame storico con la settima arte: vi dicono qualcosa “La leggenda del pianista sull’oceano”, “C’era una volta in America”, “L’età dell’innocenza”, “E la nave va”, “Evita” e “Il Diavolo veste Prada”?
Shhh, lo spettacolo sta per iniziare…