Li ho sempre amati, sin dalla più tenera età. Sto parlando degli accessori per capelli, protagonisti indiscussi del 2019. Da Dior a Prada, da Gucci a Versace…nessuno ha saputo resistere al fascino di fasce, cerchietti, mollette, fermagli, e chi più ne ha più ne metta.
Sono accessori a sé, che godono di luce propria e capaci di ravvivare anche il look più formale, conferendoci quell’allure tres chic che amiamo tanto!
Connubio perfetto di ordine e glamour, per farci notare con stile!
Ogni volta è come se fosse la prima. La pelle d’oca durante le sfilate, gli occhi che brillano alla vista degli abiti…la magia della moda, la magia di Altaroma.
Tutto per me ha inizio da Malo: da un viaggio che parte dalle terre del Cashmere, fa tappa in Nepal, in Bangladesh per recepire i colorati pattern geometrici, passa per l’Estremo Oriente alla ricerca della lana di cammello e si conclude sulle Ande ad imparare i segreti delle preziose fibre di vigogna ed alpaca riservate esclusivamente agli indumenti dei Re.
Un percorso lungo e suggestivo che si traduce, al ritorno, in cashmere pregiati, cappotti avvolgenti dai tagli sartoriali, cardigan intrecciati, jacquard ricamati. Bianco, grigio e cammello si accompagnano a colori materici, intensi e speziati, per una eleganza raffinata, ricercata ed eterna.
Dal viaggio in Oriente al mito moderno di Giada Curti, dove l’istinto governa la fantasia e l’immaginazione vive in un tempo senza tempo, interiore e segreto. Una collezione da sogno, ricca di glamour, pizzi, intarsi, taffetas e seta frusciante, tacchi alti e piume, perfetta nella sua assoluta bellezza.
Altro giro, altra corsa, altro viaggio: da Euripide al Simbolismo Russo. A compierlo la donna forte e libera di Italo Marseglia, che affronta le sfide del domani, lasciandosi attraversare da ciò che la circonda senza mai negare la propria identità. Un percorso di rinascita che coinvolge in primis la materia: ogni singolo capo prende vita, infatti, dal recupero e dalla lavorazione di materiali di scarto, dando luogo ad un unico, irripetibile e coloratissimo patchwork. La collezione è una perfetta combinazione di maschile e femminile: broccati, fil coupé e jacquard si mixano a tulle e cady per costruire l’estetica di una futurista peregrina errante, al pari della regina Ecuba de “Le Troiane” di Euripide e della rappresentante del Simbolismo Russo Zinaida Nikolaevna Gippius, in una performance che vuole unire moda, letteratura, teatro e musica attraverso uno scarto temporale.
La stilista Sabrina Persechino fonde, invece, moda e geometria, divertendosi a giocare con il rigore “scomposto” del dinamismo: attraverso tagli, pieghe, laserature e pelli si ottengono movimenti ed evoluzioni che danno vita ad abiti fluidi e sinuosi, dai colori neutri ma incisivi come il verde oliva, il bianco, il nude, il rosa ed il nero.
Prima di concludere la mia esperienza ad Altaroma, ho fatto tappa in India ed in Kuwait, passando per Napoli. L’“International Couture Fashion Show” ha visto infatti sfilare dapprima le creazioni del giovane designer di New Delhi Kartikeya, un mix di romanticismo gotico e Barocco, per poi passare alle “Abayas” personalizzate dalla stilista kuwaitiana Tahani Al-Otaibi, che ha saputo trasformarle da semplici soprabiti in capi lussuosi, eleganti, chic ed alla moda, adatti a qualsiasi occasione.
Un tocco di italianità con l’Atelier Partenopeo di Daniela Danesi, che ha portato in passerella gli Anni ’50 e ’60 sino ad arrivare ai nostri giorni: un viaggio nel tempo in cui le stampe si evolvono divenendo via via più aggressive, geometriche e colorate, mantenendo però come punti fermi l’eleganza e la fantasia floreale.
Last but not least, la “Private Collection” del designer kuwaitiano Thaher Baqer, ispirata al mondo del cristallo e all’atmosfera degli Anni ’20 in cui le donne, protagoniste della scena, indossavano abiti principeschi, un vero e proprio spettacolo di lusso e glamour.
Arrivederci a Luglio, Altaroma!
Davvero meraviglioso il viaggio nell’universo dei profumi, delle candele e della collezione “Home” di Louis Vuitton!
Tutto ha avuto inizio una mattina di due giorni fa…
Mi sono recata nella Boutique di Piazza San Lorenzo in Lucina e da lì sono poi “partita” alla scoperta delle fragranze della Maison, nove femminili e sei maschili, tutte firmate dal celebre Maître Parfumeur Jacques Cavallier Belletrud, che per realizzarle ha girato il mondo per ben quattro anni. Un’impresa, quella di riuscire a mescolare in modo esemplare ingredienti provenienti da paesi distanti tra loro geograficamente e culturalmente, che solo un uomo di grande esperienza avrebbe potuto portare brillantemente a termine.
I miei preferiti? Tra le fragranze femminili spicca la “Rose Des Vents”, guida olfattiva, come la Rosa dei Venti per i marinai. Essa é frutto della combinazione delle rose Centifolia, Turca e Bulgara, di iris italiano e cedro della Virginia: mix che dá vita ad un’essenza elegante e maestosa.
Di particolare impatto, anche emotivo, “Le Jour Se Lève”, con frizzanti note di mandarino (omaggio alla Sicilia, luogo di infanzia del Maître Parfumeur), gelsomino Sambac e ribes nero, per donare la stessa energia e lo stesso ottimismo della brezza mattutina.
Tra i profumi maschili, “Sur La Route”, una mescolanza di cedro e bergamotto a cui si aggiungono pepe, noce moscata, muschio bianco e balsamo peruviano. Una fragranza fresca come una spruzzata d’acqua sulle guance, ispirata al vento sulla pelle durante un viaggio in moto.
E che dire di “Ombre Nomade”? Pensato per gli amanti delle essenze rare, questa fragranza combina benzoino e lampone al Legno di Oud, o “Legno degli Dei”, il leggendario profumo delle “Mille e una notte”. Si tratta di uno degli odori più ancestrali e tipici del Medio Oriente, tant’è che in quelle zone il profumo è andato subito Sold Out!
È proprio vero che il viaggio non è destinazione ma sensazione. Respirare i profumi della Maison è stato come ripercorrere con il Maître Parfumeur quei quattro lunghi anni in giro per il mondo. Mi sono immaginata su un aereo, magari con una delle slipper della Collezione “Home”, diretta verso questo o quell’altro luogo. Per poi fare ritorno a casa e rilassarmi accendendo una delle quattro candele ispirate alle stagioni: “Dehors il Neige”, la mia preferita, che ricorda la magia delle prime nevicate, di aghi di pino e spezie.