1, 2, 3…Altaroma! Il mio terzo giorno

“Vogliamo anche le rose!”.
Il Sabato mattina di Altaroma si è aperto con questo slogan, titolo della collezione di Marco Rambaldi dalla duplice anima: una ludica e leggera, che si esprime con colori ed immagini femminili, una invece più impegnata e rivoluzionaria, che attraverso l’estetica lancia messaggi e promuove profonde istanze di cambiamento.

Nell’immaginario dello stilista qualsiasi donna (dalla più giovane alla più matura) deve cessare di essere oggetto e rendersi artefice del proprio destino. Il corpo diviene strumento ludico ed appagamento estetico che non ha paura di essere mostrato. La liberazione sessuale dei primi anni Settanta è difatti nucleo narrativo e referenza estetica della Collezione: immagini di copertine sbiadite, frammenti di poster e fotogrammi ritagliati in sala montaggio si trasformano in pattern di stampa astratta.

Gli elementi di contrasto che segnano le istanze di cambiamento si traducono in dettagli ed accostamenti tra denim tecnico e passamaneria in crochet, tra linee essenziali e patchwork iper- decorativi. Tailleur gessati dal taglio sartoriale e vestiti bon ton in jacquard si alternano ad overcoat in vinile e pelliccia finta ed a spolverini in cirè. La maglieria è arricchita con i cuori arcobaleno simbolo del brand e con i ritratti multicolor delle dive dell’epoca, icone del femminismo.
Da un giovane talentuoso agli allievi promettenti dell’Accademia Costume e Moda, che hanno presentato per la prima volta le loro collezioni davanti ad una giuria di esperti.
Prima di far rientro a casa, mi sono addentrata nell’”Eden” imperfetto di Davide Grillo che ripercorre le epoche dalla cinquecentesca Caterina De Medici, con i suoi floreali perfetti, allo stile punk degli anni ’80.
Figure angeliche dai delicati colori dell’arcobaleno perdono le loro maestose ali e rimangono trattenute a terra, divenendo più umane.
Raggi di luce illuminano il giardino con colori vivaci quali il giallo sole o l’oro metallizzato. Sfumature di rose rosse si intrecciano con pelli di serpente rubino, portando le donne al loro “momento Afrodite”.
Nessun mondo è perfetto ma, d’altra parte, non è proprio in questo che risiede la sua bellezza?

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