1, 2, 3…Altaroma! Il mio secondo giorno

Altaroma, secondo giorno.
Ad aprire le danze Soocha con i suoi “Atti Umani/Human Acts” che richiamano i tumultuosi anni ‘80 della Corea del Sud, gli anni della faticosa riconquista della libertà. La collezione è dunque un inno alla speranza, alla rinascita ed è rivolta ad una donna contemporary, che non smette di riflettere sul mondo circostante. Lane classiche dai pesi leggeri e twill di cotone incontrano organza, seta, tessuti imbottiti, stampe a fiori o patchwork (elemento, quest’ultimo, tipico dell’abbigliamento coreano dell’epoca). I look vedono l’alternanza di maschile e femminile: giubbotti militari si mixano a vestiti in raso, capi in lana classica maschili vengono dotati di balze, la camiceria da uomo è arricchita con particolari femminili.
Di moti civili parla anche la collezione di Miahatami, “Revolutionary Road”, un viaggio attraverso la “Rivoluzione Bianca” iraniana che mirava attraverso una serie di riforme a modernizzare la società persiana e a trasformare il paese in una potenza industriale. Protagonisti il mondo militare e la popolazione locale: i capi tradizionali dei contadini si mescolano a giacche rubate al guardaroba maschile. Le numerose applicazioni gioiello, riecheggianti quelle tradizionali delle contadine iraniane, vengono applicate agli abiti come se fossero delle medaglie militari. Panni rigidi e militari si combinano a tessuti morbidi dalle preziose stampe per un risultato più armonico e femminile.
Una collezione di meraviglie, che profuma di storia iraniana.
Torna in passerella anche Moi Multiple: “Animali Fantastici” è la sintesi materica di una visione colorata ed ottimista in cui la mente vivace compone chimere allegre, svuotate del loro significato oscuro. I tessuti sono mossi e vivaci come i sogni d’infanzia. Un’estetica di gioia capace di rendere esclusivi anche i capi più comuni: lusso quotidiano in colori tiffany, arancio, rosa, ruggine, bordeaux, ottanio con immancabili tocchi di cipria e nero.
Motivi geometrici ad ispirazione decó: narrazione astratta di jaquard mossi ma anche graffiti, elementi figurativi e spessori ad effetto tridimensionale.
Linee slim ed avvitate per un sogno ad occhi aperti dove la mente, un tempo confusa, ritrova finalmente la luce.
E di luce propria brillano gli abiti di Sabrina Persechino che ripercorrono la “Via dell’Ambra”, luogo di estrazione della pietra che gli Antichi Greci chiamavano “Elektron” (“il luminoso”), considerandola la “sostanza del sole”.
Ai suoi colori, che variano dal giallo al rossiccio al bruno fino ad arrivare al verde, si ispirano i vestiti dalle forme lineari e geometriche ma di estrema eleganza e sensualità. Immancabili il bianco ed il nero.
Sempre presenti, tra gli outfit da giorno, i capispalla, che”vestono da soli”, e le tute, oltre ad abiti da cocktail e da grande soirée.
Con questa collezione a dir poco divina, illustrata con un meraviglioso e moderno accompagnamento di violino, si è concluso il mio secondo giorno di Altaroma.

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